Henry Miller nasce nel 1891 a Manhattan, da genitori di origine tedesca e cresce nel 14° distretto di New York, Brooklyn. Il padre è sarto e la sua bottega è il luogo del primo apprendistato lavorativo di Henry, che tuttavia non vi rimane a lungo. Si dedica ad altri mestieri, fra cui un lavoro in banca, alla Western Union. Dopo la stesura di alcuni romanzi che rimangono nel cassetto, dal 1919 inizia una collaborazione con alcune riviste letterarie. Patisce fame e umiliazioni e come ultima risorsa, si propone come scrittore ‘porta a porta’.
Mentre gli Stati Uniti sono in piena depressione, Miller fugge a Parigi, rifugio di tutti i rivoltosi, dove conduce un’esistenza da bohémien. Vi incontra la scrittrice Anais Nin e fra di loro scoppia una grande passione, descritta nel romanzo Tropico del Cancro (Tropic of Cancer), edito nel 1934 da una piccola casa editrice francese. Il romanzo, travolgente e dalle tinte forti, è un fiume di rivelazioni e di oscenità. I particolari del racconto e gli espliciti riferimenti fanno sì che il libro scateni una serie di censure e che venga bandito in numerosi paesi di lingua inglese. In una prosa impulsiva e fluente vi si narra l’esperienza parigina di un americano anticonformista e smanioso di libertà, con ambizioni letterarie e artistiche, che approda nella capitale francese negli anni fra le due guerre e che passa il suo tempo a vagabondare da una misera camera d’albergo a un bar, da un bordello a una libreria. È’ famoso l’incipit: “Sono senza danaro, senza risorse, senza speranze. Sono l’uomo più felice del mondo. Un anno fa, sei mesi fa, pensavo di essere un artista. Ora non lo penso più, lo sono.” E per arrivare a essere tale si è tolto la maschera, ha ‘rivoltato la sua anima’, si è messo a nudo davanti al lettore per parlare di sé. Anche il romanzo successivo, Primavera nera (Black Spring), del 1936, il cui contenuto e stile sfuggono ai canoni comuni, è autobiografico.
Parallelamente, Miller conduce energiche polemiche letterarie, come quella del 1938 su Proust e Joyce, contenuta in Max e i fagociti bianchi (Max and the White Phagocytes). L’altra sua opera più famosa, Tropico del Capricorno (Tropic of Capricorn), del 1939, contiene la sua esperienza degli anni ’20 a New York, ruota intorno alla ricerca dell’io e alla scoperta della via alla salvezza nella vocazione artistica. Come Tropico del Cancro, l’opera è ufficialmente bandita dagli Stati Uniti con l’accusa di oscenità. Comincia a circolare clandestinamente e procura a Miller la fama di scrittore underground. Per entrambi questi libri l’autore subisce una serie di processi. Il decennio parigino termina con Giorni tranquilli a Clichy (Quiet Days in Clichy), un libro allegro e malinconico allo stesso tempo, che contiene storie avventurose a audaci di personaggi che vivono senza schemi e pregiudizi.
Nel 1941 lo scrittore parte per la Grecia, paese a cui dedica il libro Il Colosso di Marussi (The Colossus of Marussi), nel quale l’esperienza ellenica è sentita come un recupero del divino nell’uomo. Torna negli Stati Uniti per esplorare le radici della cultura americana e gira il paese in lungo e in largo per tre anni, durante i quali stringe amicizia con gente d’ogni tipo. Il resoconto delle esperienze fatte durante questa odissea e le feroci riflessioni sull’America sono contenute nel volume Un incubo ad aria condizionata (The Air- conditioned Nightmare), uscito nel 1945. Il libro decrive il vuoto spirituale ed estetico della grande nazione ed è in qualche modo profetico. Nel 1947 esce Ricordati di ricordare (Remember to remember).
Alla fine degli anni ’40, Miller si trasferisce a Big Sur, sulla costa californiana. La sua attività letteraria prosegue con altre opere anticonformiste, che danno origine a nuovi scandali. Lo attrae la descrizione della vita, che è “più strana dell’immaginazione, più vera, più reale, più fantastica, più poetica, più terribile, più crudele e affascinante…”. Nel 1949, con Sexus La crocifissione in rosa (Sexus The rosy crucifixion …) - le strade della crocifissione in rosa sono quelle, povere, della Brooklyn della sua infanzia - inizia la trilogia di autonovels, ovvero di autoromanzi, a cui appartengono anche Plexus, un insieme eterogeneo di episodi di vita, di sogni e di aspirazioni e Nexus, pubblicato nel 1960. L’artista è tenuto a liberarsi dalle catene dei dogmi e delle dottrine e ad accettare i propri difetti. “In questa trilogia ho cercato di svelare fino in fondo la mia vita, senza riserve, dicendo la verità e mettendomi a nudo il più possibile. D’ora in avanti, forse, serberò il silenzio, praticherò lo Zen e mi ritirerò ancora più in alto sui monti” dice. I tre libri contengono l’itinerario dell’io attraverso il sesso e l’arte, la trasformazione dell’individuo in scrittore e la sua liberazione finale.
L’opera di Miller comprende anche una vasta produzione di saggi e di opere di teatro. Del 1956 è Il tempo degli assassini (The Time of the Assassins: a Story of Arthur Rimbaud ), frutto di una fervida lettura del poeta francese. Nel 1958 esce Big Sur e gli aranci di Hieronymus Bosch (Big Sur and the Oranges of Hieronymus Bosch), a cui segue, nel 1964, Il libro degli amici “(The Book of Friends), una serie di ritratti di personaggi famosi e sconosciuti, per rendere loro omaggio, perché “una vita senza amici non è vita, per quanto comoda e sicura possa essere”. Insonnia o il diavolo scatenato (Insomnia or the Devil at large) è del 1970 e Cara, cara Brenda (Dear Dear Brenda), rapporto epistolare con la bellissima Brenda Venus, aspirante attrice di sangue indiano, “musa e infermiera”, è del 1986.
Miller è stato a lungo considerato un autore scandaloso, un outsider, ma da tempo è riconosciuto dal mondo letterario come un grande scrittore. La sua prosa fluida e impulsiva, lirica e surreale, che si muove fra sensualità e spiritualità, è appassionante e i suoi libri, in parte romanzo, in parte autobiografia, critica sociale e riflessione filosofica, nei quali mancano moderazione, buonsenso e inibizioni, fanno ormai parte della letteratura mondiale.
Henry Miller muore il 7 giugno 1980 a Pacific Palisades.